Gli Exept sono un duo italiano che, nel 2018, è entrato a gamba tesa nella scena europea drum and bass. Dopo l’uscita di “Kinshasa”, contenuto nella raccolta dell’etichetta Invisible, “Outlines 2”, sono entrati a far parte immediatamente del roster Methab, una delle realtà più attive nella scena drum and bass oscura e sperimentale inglese e, più in generale, europea. Li abbiamo intervistati.
A pochi mesi di distanza dall’uscita di “Kinshasa” per l’etichetta più deep e minimale, Invisible dei Noisia, gli Exept pubblicano un lavoro su Methlab Recordings, “Stronger”, titolo tratto dal brano con il featuring della cantante Joanna Syze. Questo EP ha una carica energetica davvero trascinante: traccia dopo traccia si è condotti sempre più in profondità nelle sonorità del duo romano formato da Michele Iacono e Marco Drudi. Attraverso queste quattro tracce, i due hanno generato un vortice dal quale, una volta entrati, è difficile fare ritorno. I suoni cupi, avvolgenti e filtrati continuamente vanno quasi a nascondere la loro vera essenza e danno la sensazione all’ascoltatore di essere in compagnia di una creatura aliena che sussurra nell’orecchio frasi incomprensibili ma senza dubbio ipnotizzanti. Le ritmiche variano e non sono sempre “dritte”, come si presentano nel secondo EP uscito su Methlab, “Nemesi” (qui sotto lo streaming), prodotto in collaborazione con Missin, Sinic, Sulex e Visages. Ciò che sicuramente è andato affinandosi in questa continua ricerca di un’ovattata limpidità di frequenze è la potenza di ogni colpo di batteria che, in mezzo a un mare nero e incerto, crea esplosioni luminose e ci accompagna nel viaggio introspettivo che i ragazzi hanno voluto riprodurre. Tutte le loro produzioni sono collegate da un filo impercettibile e senza alcun dubbio questo gli permette già di delineare una propria identità di sound, dunque ci aspettano tante altre sorprese per il futuro!
Thijs dei Noisia su Noisia Radio ha definito la loro musica nerdy, introverted and abstract. Sicuramente aggettivi adatti per chi è veramente interessato alle tecniche di produzione e vuole spenderci del tempo: “This one is called ‘Shadows’ is very nerdy, introverted, abstract but I really like the groove, I really like the vibe. Big up!”.
Vi eravate divisi, uno per intraprendere il percorso liquid drum and bass con Autorun & Iaco, l’altro il sentiero tortuoso dello scratch fondando ScratchBusters e RubberHeadz assieme a Dj Gengis. Cosa vi ha spinto, dopo tanti anni, a tornare a produrre insieme? Pensate che Exept possa essere il risultato della vostra trasformazione musicale nel corso degli anni?
Più che altro è stato un ritorno alle origini, in quanto i primi approcci alla produzione di musica elettronica li abbiamo fatti insieme. Nel 2017 siamo ritornati a produrre insieme per ricominciare esattamente da dove eravamo rimasti. Il nostro allontanamento “musicale” da una parte è stato un punto di svolta, perché ognuno dei due ha intrapreso un proprio percorso che adesso è fondamentale per completare la visione del gioco.
Come mai la decisione di approcciarvi alla produzione di musica elettronica e perché con questo tipo di sonorità molto cupe e introspettive?
Michele: La musica è la mia passione da sempre, facevo parte di una band noise hardcore come cantante e chitarrista, poi un giorno un mio amico mi fece ascoltare un album di Panacea ed è subito scattato qualcosa dentro di me, passando da Dj a producer. La produzione di musica elettronica è fantastica in quanto sei tu il creatore di ogni singolo suono e, quando sei davanti a un sequencer, ti senti come un direttore di orchestra, sei tu il regista. Il tipo di sonorità non è una scelta, è semplicemente l'espressione del proprio mood interiore e in questo io e Marco siamo molto simili.
Marco: Il mio viaggio è cominciato proprio con la musica elettronica, avvicinandomi in principio a sonorità techno e hardcore. Il mio primo strumento è stato il giradischi ma allo stesso tempo, e nello stesso modo, sono sempre stato attratto dalla produzione. Credo che le motivazioni che spingono un musicista a scegliere determinate sonorità, possono essere a volte ponderate dalla consapevolezza e, a volte, come nel nostro caso, sono semplicemente dovute all’istinto.
Cosa preferite utilizzare per produrre e dove si trova Two Click Studio, il luogo dove tutte le vostre creazioni vengono alla luce?
Per la produzione utilizziamo principalmente Cubase ma anche Ableton e, per alcune piccole cose, Fruity Loops. I nostri vst preferiti sono Serum, Massive e Addictive Drums. Il 2Click Studio si trova a Roma, sede polivalente di molti progetti musicali, è uno studio conosciuto soprattutto nella scena rap della capitale. È lì dove finalizziamo tutti i progetti targati Exept ed è anche dove lavoriamo fornendo i normali servizi di uno studio musicale, tra cui registrazione, mixaggio, mastering, e anche organizzando master class e corsi per produttori e Dj.
Parlando di party, quale pensiate che sia il valore aggiunto che una festa bass music può offrire, messa a confronto con altri tipi di eventi?
Il valore aggiunto di una festa bass music è la bass music (ridono, ndr).
Il tour Sentinel targato Methlab sembra studiato nei minimi dettagli, dalla comunicazione online alla realizzazione dei party. Di cosa si tratta e come vi trovate da quando siete entrati a far parte del roster Methlab?
Il tour Sentinel prende il nome all’album VA/LP che uscirà a breve su Methlab Recordings e al quale abbiamo preso parte con una traccia. Ogni serata è stata unica oltre che per le venue e per le line up, anche per la parte visual curata direttamente da Jef Oswald, owner della Methlab. Siamo entrati a far parte del roster di Methlab Agency subito dopo il nostro primo EP, abbiamo avuto l’opportunità di cominciare a suonare all’estero ancora prima di aver suonato in Italia! Per questo dobbiamo ringraziare molto Jef, che ha creduto in noi da subito, con il quale lavoriamo molto bene e abbiamo uno splendido rapporto, cosa molto importante sul lavoro per noi Italiani veraci.
Come mai la scelta di esibirvi con una performance live anziché Dj set? Cosa utilizzate per metterlo in scena?
Anche in questo caso la scelta è stata più che altro istintiva, visto il nostro background musicale. La sensazione che si prova risuonando la propria musica live è impagabile, in più essendo un terreno ancora non troppo battuto in questo genere musicale, ci siamo lanciati sulla sperimentazione. Per i live utilizziamo Ableton, controller midi e giradischi. Praticamente scomponiamo tutte le nostre produzioni in modo da poterle unire e risuonare, in parte con i controller in parte con lo scratch.
Pensate che l’assetto live rappresenti in qualche modo il futuro degli eventi di musica elettronica?
Sicuramente l’avanzare della tecnologia e il continuo aggiornamento di nuovi strumenti, rende sempre più possibile l’approccio live per la musica elettronica, così come lo è già per la musica strumentale. Probabilmente molti produttori in futuro decideranno di suonare “live” la propria musica.
A breve uscirà “Disinformation”, titolo della compilation pubblicata dall’etichetta di Hybris, Pseudoscience, e già abbiamo avuto un assaggio di ciò che sarà il vostro contributo con la collaborazione assieme a MVRK, “Artificial Delight”. Cosa bolle in pentola per il futuro? Bisognerà aspettarsi un cambio di mood o la vostra discesa verso il nucleo di Matrix continuerà?
Abbiamo avuto il piacere di collaborare con uno dei nostri artisti preferiti, MVRK (qui la traccia, ndr), e siamo stati onorati dall’interesse che Hybris, owner della Pseudoscience Recordings, ha dimostrato per il nostro lavoro. Ce lo avessero detto tempo fa, non ci avremmo creduto. Al momento stiamo lavorando su molte collaborazioni, al nuovo EP, al nuovo live e al nostro nuovo sample pack. Riguardo l’ultima domanda sicuramente scegliamo la seconda risposta. Stiamo scavando sempre più verso il nucleo di Exept ma solo il tempo potrà dire come si evolverà la nostra musica. Una cosa sola è certa, continueremo a farlo.